Apple Tree Yard, una miniserie sulle sofferenze di una donna di fronte a pregiudizi e violenza
- Andrea Davolo
- 7 feb 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Apple Tree Yard è una miniserie televisiva britannica trasmessa per la prima volta 2 anni fa dalla BBC, tratta dal romanzo “Fino in fondo” di Louise Doughty. Ve ne suggerisco la visione perché tratta, a mio avviso, con profondità e capacità di lettura psicologica, alcuni temi fondamentali. Innanzitutto quello della sessualità femminile, un tabù che, la storia proposta nella serie, squarcia e fa cadere, ribaltando i ruoli attesi di moglie e di madre. Yvonne è un tranquilla donna di 50 anni dei giorni nostri, che si lascia andare ad una passione travolgente per uno sconosciuto. Arrivata a metà della propria vita senza le stesse certezze delle cinquantenni delle generazioni precedenti, aggrappate alle aspettative condivise sui ruoli di moglie, madre e forse nonna. Ma anche senza nuovi strumenti e nuove certezze che non possono essere ancora legittimate in una società in cui resistono pesanti pregiudizi e prevenzioni collettive sulla sessualità femminile. Ma il cambio di passo decisivo nella storia, che viene totalmente ribaltata, si produce quando Yvonne subisce uno stupro da parte di un collega. Fino ad allora, Yvonne è una donna indipendente che non ha bisogno di essere difesa, che non ha bisogno di mentire, che non si vergogna di ribaltare i ruoli antiquati nell’essere moglie e madre. Ma la violenza fisica le lascia tracce impossibili da nascondere e quella psicologica blocca e arresta Yvonne in una depressione post traumatica. La realtà dei pregiudizi e delle leggi vigenti che non favoriscono l'emersione degli episodi di violenza sessuale, inducono Yvonne a non sporgere denuncia e a cercare una faticosissima, precaria, fragile via di elaborazione personale per sopravvivere a un trauma tremendo. È emblematica la scena ambientata ad una cena tra amici; Yvonne perde le staffe e, sull’orlo delle lacrime, risponde per le rime ad un’amica che tenta di dire che alcune donne se la vanno a cercare. Tutti guardano Yvonne a disagio, quasi fosse pazza o ubriaca, perché nessuno può capire il suo punto di vista da persona che ha vissuto qualcosa del genere sulla propria pelle. Una reazione che Yvonne, una donna borghese di successo, scienziata di professione, riesce a trovare, pur nelle sofferenze della sua condizione, attingendo alle sue risorse di donna emancipata nel suo contesto familiare e professionale, ma che tante altre donne, spesso di più bassa estrazione sociale, non possono trovare, imprigionate nei vincoli angusti del loro quotidiano che li riduce al silenzio e ad una sofferenza che non può per questo essere ascoltata e curata.

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